martedì 6 settembre 2011

Oltre il confine

Billy si allontana da casa per riportare sulle sue montagne una lupa feroce, esaltando e negando nello stesso tempo il bisogno di protezione che offre il luogo in cui si nasce, valorizzando e rinnegando il bisogno di indipendenza che porta ad allontanarsi dal nido.
Attraversa montagne e pianure, praterie infinite e paesi, strade e fiumi, boschi e deserti, alla ricerca di quel senso indefinito di libertà che si può trovare solo oltre il confine, dove finisce l'orizzonte. Incappa in poveri contadini generosi, in avventurieri sadici, cacciatori silenziosi, preti folli, vaqueros erranti, zingari filosofi, rivoluzionari allo sbando. Ascolta le loro storie. Conosce la solitudine e la violenza, la fame e la paura, la solidarietà e l'ingiustizia, l'egoismo e la poesia, la fatica e la tenerezza, il dolore e la morte.
Prende una direzione ma asseconda ogni digressione, ben sapendo che le digressioni - sulla strada come nella vita - costituiscono l'essenza di ogni percorso; e che la vita si sconta vivendo; e che il futuro lo si costruisce camminando, perché "ogni giorno è fatto dei giorni che l'hanno preceduto".

Cormac McCarthy, Oltre il confine, in Trilogia della frontiera, Einaudi 2008

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