Woody Grant (Bruce Dern) è un vecchio incazzoso che cova rancori
con l’universo, forse per la semplice ragione, comune a molti anziani, di vedersi
scivolare via nella monotonia quotidiana una vita inconcludente. Per
sopravvivere a questa esiziale inquietudine si aggrappa alla speranza di
riscatto fornita da un dépliant pubblicitario che gli annuncia la vincita di un
milione di dollari. Tutti tentano di spiegargli che la vincita è subordinata
all’estrazione a sorte fra sottoscrittori di un abbonamento ad alcune riviste, ma
il vecchio testardo si incaponisce, non cede e tenta in tutti i modi, anche a
piedi, di mettersi in strada per andare a reclamare il suo premio nel Nebraska,
a Lincoln (che – ho controllato su Google maps – dista 871 miglia, pari a quasi
1.440 chilometri da Billings nel Montana, dove vive).
Dopo
aver provato inutilmente a farlo ragionare, David (Will Forte), uno dei suoi
due figli, si rassegna ad accompagnarlo, coinvolgendo poi inevitabilmente anche
la madre Kate (June Squibb) e l’altro fratello, Ross (Bob Odenkirk).
Il quartetto, lontano dai luoghi abituali, costretto a misurarsi
in situazioni anomale, è indotto ad abbandonare l’ipocrisia di rapporti
convenzionali e mettere a nudo la sostanza delle relazioni. Nello “svelamento”
si accendono accuse incrociate e vengono esplicitati rancori covati a lungo nel
silenzio, ma emergono anche solidarietà inimmaginabili e si scoprono legami di
affetto mal riconosciuti e mai dichiarati.
In questa breve odissea, tutti e quattro i membri della
scombinata famiglia trovano l’occasione per rivisitare con confuse nostalgie i
luoghi di origine (Hawthorne) e ritrovare persone dimenticate, ma imparano
anche a conoscersi e riconoscersi per recuperare un rapporto che aveva perso
senso e sostanza con l’accumularsi di mille piccole incomprensioni, di futili
ostilità e di astiose recriminazioni. Sotto i risentimenti affiorano affettuosità
mai espresse e i rapporti si rivelano più saldi e tenaci di quanto poteva
apparire.
Scopriamo che David, disposto ad assecondare il vecchio per
evitare il fastidio di doversi scontrare con la sua senile cocciutaggine, è
tormentato da sensi di colpa; e riscoprendo un padre non conosciuto (con sogni
delusi, desideri insoddisfatti, amori dissolti) cerca un’occasione nuova per
ristabilire e riparare un rapporto malformato; e sente riaffiorare dentro,
sotto i risentimenti antichi, un affetto filale che non si lascia smontare
dalla sconcertante durezza del vecchio, sempre burbero e intrattabile. (Paradigmatica
la scena dell’attraversamento del paese, col padre alla guida del
desideratissimo furgone e lui accucciato, come un bambino, che contempla dal
basso la sfilata trionfale del vecchio).
Anche Ross, il fratello maggiore, anchorman di una
certa notorietà, che disapprova l’arrendevolezza del fratello e detesta l’alcolismo
del padre, scopre in questi frangenti complicità dimenticate e imprevedibili.
(Esilarante la scena del furto del compressore).
E Kate, la moglie insolente e lucidissima, spietata nel
tratteggiare gli squilibri di tutti, diventa il fulcro della solidarietà
ritrovata. (Indimenticabile la corrosività dei suoi apprezzamenti e la
determinazione con cui prende le difese del suo malsopportato “consorte”).
Insieme affrontano gli avidi parenti e si prendono delle piccole
rivincite sugli ex-soci; insieme prendono atto della vacuità della promessa;
insieme tornano a casa, alla vita di sempre.
L’avventura è una parentesi che sicuramente non muterà le
dinamiche dei loro rapporti e non cambierà di una virgola le loro abitudini; ma
sarà servita a restituire loro la consapevolezza di sentimenti inespressi e
ridare senso ad affetti disorientati.
Perfino il coriaceo Woody, alla fine, pur con mille pudori e
reticenze, si ritrova “parlante” e confessa che il milione lo pretendeva solo
per lasciare qualcosa ai figli, per risarcirli di un affetto laconico, per
offrire loro ragioni per ricordarlo per qualcosa di buono. (Viene in mente
Foscolo: “Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna”…).
Ma se il suo sogno (molto “americano”) si rivela carta da macero
e le grandi speranze si rivelano inutili, i figli non lo dimenticheranno. Il
viaggio nel Nebraska ha restituito un equilibrio nuovo ai loro piccoli sfrangiati
affetti familiari. Questo basterà a sopravvivere nell’aridità dei giorni a
venire.
La fotografia in bianco e nero ci offre l’essenzialità arida dei
paesaggi e dei caratteri, la desolazione delle periferie rurali e dell’emarginazione
di chi le abita, la crudezza degli spazi infiniti e dell’incomunicabilità, la
sorda indifferenza di una società nella cui deriva sono trascinati i nostri
poveri eroi, disillusi e stanchi.
Parrebbe proprio un bel film e molto ben raccontato. Io vedo film solo sullo streaming della RAI, non ho antenna televisiva. Aspetterò...
RispondiElimina