Un libro scombinato e bislacco, stravagante ed eccentrico, scanzonato e cialtrone, provocatorio, senza mai essere indisponente. In alcuni passaggi è davvero esilarante. Le interviste ai vip sono folgoranti nella loro genialità.
Dalle pagine trapela ogni tanto qualche intento moralistico, ma l’autore sa occultare e camuffare bene le sua propensione pedagogica: si rimette la maschera del buffone e torna ad irridere tutti con la sua spiazzante ironia, a demolire tutto col suo istintivo sarcasmo.
In alcuni passaggi la satira assume toni amari e la desolazione sembra prendere i sopravvento, ma l’istinto beffardo tiene tutto sotto controllo.
Solo nel pezzo intitolato “Looney Tunes” il giullare mattacchione si lascia sommergere da una pena infinita e scrive sei pagine struggenti che da sole valgono tutto il libro.
Dalle pagine trapela ogni tanto qualche intento moralistico, ma l’autore sa occultare e camuffare bene le sua propensione pedagogica: si rimette la maschera del buffone e torna ad irridere tutti con la sua spiazzante ironia, a demolire tutto col suo istintivo sarcasmo.
In alcuni passaggi la satira assume toni amari e la desolazione sembra prendere i sopravvento, ma l’istinto beffardo tiene tutto sotto controllo.
Solo nel pezzo intitolato “Looney Tunes” il giullare mattacchione si lascia sommergere da una pena infinita e scrive sei pagine struggenti che da sole valgono tutto il libro.
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