Il pendolo governa la storia.
Periodi scuri si alternano a periodi di raffinata civiltà: Grecia e Roma sono rase al suolo da invasori brutali, il fulgore del Rinascimento si liquefa nei sotterranei dell'Inquisizione, la Rivoluzione produce il Terrore, gli ideali del Risorgimento generano i nazionalismi fascisti, la Resistenza è normalizzata e poi tradita dal conservatorismo ipocrita e corrotto dei democraxiani.
Allo stesso modo, lo stile di vita - il welfare - conquistato negli anni ’60 e ’70 (insieme alla sua appendice degenerata che è la deriva consumista di cui il berlusconismo è bandiera) è ora messo in crisi e sta per essere annientato dal nuovo inafferrabile moloch costituito dal sistema dei mercati finanziari (la vera “internazionale” che governa processi e crisi con cinica indifferenza).
Siamo nel guado, e non conosciamo l’esito di questa indecifrabile crisi.
Riusciranno i tumulti dei precari e le folle acefale che riempiono le piazze a frenare il contagio universale? Le nostre flebili proteste riusciranno a farsi sentire? La nostra scorata resistenza basterà a contenere la frana; il nostro affannato remare riuscirà a contrastare lo tsunami che viene da lontano? Basterà la rete degli incazzati a fermare gli squali? Riusciranno i blog a fermare il blob? C’è ancora spazio, se mai ce n’è stato, per l’araba fenice che chiamiamo “democrazia diretta”?
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